19 maggio 2011

Un esempio di giornalismo: LA REPUBBLICA


 

La fondazione.
Negli anni settanta si stava affermando nel panorama giornalistico italiano l’idea di un nuovo tipo di quotidiano, più politicamente orientato rispetto a quelli gia affermati come, per esempio, il “Corriere della Sera”. Su questa impronta nasce a Roma la “Repubblica”, quotidiano nazionale fondato e ideato da Eugenio Scalfari. Il primo numero esce in edicola la mattina del 14 Gennaio 1976. Fin dal primo giorno è un giornale che fa politica, e non smetterà mai di farla.

“Questo giornale è un poco diverso dagli altri: è un giornale d’informazione il quale anziché ostentare una illusoria neutralità politica, dichiara esplicitamente di avere fatto una scelta di campo. E’ fatto da uomini che appartengono al vasto arco della sinistra italiana, consapevoli di esercitare un mestiere, quello appunto del giornalista, fondato al tempo stesso su un massimo d’impegno civile e su un massimo di professionalità e di indipendenza.”
Un giornale non neutrale, la “Repubblica” 14Gennaio1976. pag.6.

Un giornale schierato a sinistra quindi, ma non certo un giornale di partito. Costituiva invece un’opposizione alla “partitocrazia” vigente.  Il gruppo di giornalisti fondatori che Scalfari volle con se (Sandro Viola, Gianni Rocca, Fausto De Luca, Giorgio Bocca, Giorgio Signorini, Miriam Mafai, Enzo Golino, Rossellina Balbi, Gianluigi Melega, Giovanni Valentini, Barbara Spinelli, Bernardo Valli, Giampaolo Pansa) che sposarono- insieme all’editore Carlo Caracciolo - il nuovo progetto “Repubblica”, avevano anche loro come Scalfari nella mente l’idea ben precisa che con questo nuovo quotidiano si voleva   superare le tradizionali contrapposizioni della politica italiana, in favore di rinnovati equilibri che potessero assicurare un buon governo al paese. Non più una sinistra di classe o di parte ma egemonica, nazionale. Nazionale proprio come il quotidiano, che è stato il primo ad imporsi con una diffusione omogenea su tutta la penisola.
Agli inizi il giornale esce solo dal Martedì alla Domenica. Non al Lunedì. Non ha lo sport. Non ha la cronaca locale. Si occupa sostanzialmente di cronaca di importanza nazionale, politica e cultura. Si posiziona come “secondo giornale”, da affiancare alla lettura di un altro quotidiano. Anche il formato è tutto nuovo, è, infatti, di dimensioni ridotte rispetto a quelle normale, è il “tabloid”, importato dalla tradizione anglosassone. Le venti pagine dei primi due anni però vivono quotidianamente in un clima di incertezza. Le vendite non sono numerose, e i conti economici non troppo fiorenti.

I primi anni, affermazione e cambiamenti.
Dal 1978 si apre una stagione di profondi stravolgimenti, tanto per il giornale quanto per il paese. L’emergenza terrorismo investe prima il settore giornalistico (Vittorio Bruno, Indro Montanelli e molti altri), e culmina poi nel caso Moro. “Repubblica” è uno dei quotidiani che sostiene la linea della fermezza nei confronti delle BR. Nonostante l’atmosfera nera però, il bilancio economico migliora, come le vendite. Si aumenta la foliazione da 20 a 24 e inizia il processo di affiancamento ai quotidiani locali(il “Tirreno” a Livorno nel ’77 e il “Mattino di Padova” nel ’78).
Nel 1981 scoppia il clamoroso caso P2, che coinvolge il gruppo Rizzoli, editore de “Il Corriere della Sera”. Repubblica riesce a trarre abilmente vantaggio dalla crisi del quotidiano rivale. Guadagna due illustri firme come Biagi e Ronchey e si accostai al formato omnibus - giornale per tutti- un tempo scartato. Trova spazio così lo sport, lo spettacolo e la cronaca varia, le pagine passano a 40. L’orientamento politico rimane lo stesso, con una maggiore apertura alla DC e al suo leader Ciriaco De Mita. Il 1987 è l’anno del decimo compleanno di “Repubblica”.

La serrata competizione con il “Corriere della Sera”.
 Scalfari può festeggiare soddisfatto i primi dieci anni del suo giornale. Infatti, è proprio a fine ’86 che avviene il sorpasso sul “Corriere della Sera”. Per celebrare il decennio, insieme al quotidiano vengono lanciati una serie di fascicoli a rotocalco gratuiti che ripercorrono la storia del giornale e inoltre, ogni venerdì esce il supplemento “Affari & Finanza”, per accontentare il settore di pubblico dell’imprenditoria - della “cultura industriale” come la definiva Agnelli - che si era man mano accostato a “Repubblica”. Per mantenere il primato la struttura del giornale cambia. I lettori lo considerano ormai come primo e unico giornale, aumentano quindi le redazioni delle cronache locali per rispondere meglio a questa esigenza, lo sport, i suggerimenti culturali, per i viaggi, ecc. Nel’87 viene anche lanciato un gioco a premi – Portfolio - di ispirazione anglosassone, che riscuote un ampio successo. Ovviamente il Corriere passa al contrattacco, lanciando prima il supplemento mensile Sette, e successivamente introducendo un gioco a premi, Replay. “Repubblica” a sua volta risponde con il lancio de “Il Venerdì”, supplemento che esce per la prima volta il 16 Ottobre 1987, lo stesso giorno in cui esce già “Affari & Finanza”. “Repubblica” riesce così a conservare per qualche tempo il primato.

La “guerra di Segrate” e Tangentopoli.
Alla fine degli anni ’80 Scalfari e Caracciolo, convinti della necessità di ampliare le dimensioni aziendali e di avere un più solido sostegno finanziario, decidono di vendere le loro quote azionarie a Carlo De Benedetti, ed entrano nel 1989 nel gruppo Mondatori. Berlusconi però sbarra la strada al terzetto e inizia così un aspro duello finanziario e legale soprannominato poi la “guerra di Segrate”(il paese alle porte di Milano, dove ha sede la Mondadori). In un primo momento, nel ’90 ha la meglio Berlusconi. Il 25 Gennaio è eletto presidente della Mondatori. “Repubblica” si rifiuta di riconoscerlo, per motivi di fondo che vedono opposti in primis l’orientamento politico e seguendo il modo di trattare l’informazione, la questione della gestione dei proventi pubblicitari, la libera concorrenza e così via. A fine anno però la situazione si risolve. Berlusconi e De Benedetti si spartiscono la “Grande Mondatori” e la “Repubblica” (insieme all’Espresso e ai quotidiani locali) torna nelle mani di De Benedetti e del suo fondatore.
Nel 1992 scoppia il caso “Tangentopoli”, nome dato alle numerose inchieste per corruzione concussione e finanziamento illecito scoperte relativamente ai partiti politici. La partitocrazia al governo italiano è scardinata, personaggi politici di rilievo indagati (Craxi Andreotti Forlani): è indignazione in tutta Italia. Per “Repubblica” è in qualche misura l’apoteosi, come tutti i quotidiani nazionali, ha per i lettori una funzione di supplenza all’assenza politica. In particolare in questi anni si rafforza il patto fiduciario con il pubblico. Il quotidiano di Scalfari ha saputo proporsi come alternativa allo sfascio morale del paese, garantendo al lettore valori saldi, una savia guida nella incapacità strutturale e istituzionale del paese e mantenendo comunque il suo credo politico.
Grazie allo stretto patto fiduciario instaurato con il pubblico, “Repubblica” - insieme al rivale “Corriere della Sera” – non viene toccata dalla crisi editoriale giornalistica che imperversa nel biennio ‘95-’96.  Riprende quindi la stretta concorrenza, combattuta con cassette di corsi di lingua, la stampa del numero del Lunedì, l’introduzione del colore negli inserti pubblicitari e per la prima pagina. Repubblica lancia anche l’introduzione di 2 supplementi “Musica Rock & Altro!” e “Salute”, nel 1995.
Nel 1996 finalmente il sogno politico di Repubblica si avvera, Prodi vince le elezioni e diventa presidente del Consiglio.

Il dopo Scalfari.
Proprio in questo momento politico di particolare importanza per “Repubblica”, Eugenio Scalfari decide di lasciare il timone. Il successore designato è Ezio Mauro, che subentra a Maggio del 1996. Mauro però dovrà presto confrontarsi con la disillusione. Dovrà saper dare voce a una sinistra delusa dalla prova di governo dei suoi uomini e partiti e cercare nuovi interessi, temi e letture per il suo pubblico. Nel 1996, anno di inizio mandato, viene lanciato l’inserto D, settimanale femminile che esce il Sabato. L’anno successivo è lanciata l’edizione on line, www.repubblica.it, che si afferma come principale sito di informazione on-line italiano. Nel 2001 viene inserito bisettimalmente il “Diario”, in cui sono approfonditi temi particolari analizzati attraverso parole chiavi. Dal 2004 viene gradualmente inserito il colore in tutte le pagine. Prenderanno presto esempio anche gli altri quotidiani, come fu in passato per il formato tabloid e la settimanalizzazione. Nel 2005 è la volta del mensile per i giovani “XL” e nel 2006 del mensile moda “Velvet”. Nel 2007 il quotidiano si rinnova ancora, si sdoppia in 2 giornali: uno dedicato alle notizie e l’altro – R2 - dedicato ad approfondimenti e inchieste di attualità. Con tutte queste manovre editoriali, Mauro porta a compimento un’operazione complessa, cerca di dare alla sinistra “repubblicana” un’identità non più solo di partito, ma un’identità culturale capace di durare nel tempo. Il quotidiano si pone come chiave di lettura dei valori, della cultura e degli ideali che il popolo della sinistra dovrebbe avere.

I Direttori.
Eugenio Scalfari.
Eugenio Scalfari nasce il 6 Aprile 1924 a Civitavecchia. Inizia a Roma gli studi, quindi si trasferisce con la famiglia a Sanremo, dove frequenta il liceo con Italo Calvino. Diventa poi studente di giurisprudenza. È proprio durante gli anni universitari che avviene il suo approccio al giornalismo. Successivamente, nel 1950, inizia a collaborare prima al “Mondo” poi all’“Europeo, mentre lavora alla Banca d’Italia. Nel 1955 partecipa alla fondazione del Partito Radicale per poi passare, nel ’63, al Partito Socialista. Nello stesso anno diventa direttore dell’”Espresso”, che in cinque anni sotto la sua direzione arriva a superare il milione di copie vendute. Nel 1976 fonda il quotidiano “Repubblica”. Ne rimane alla direzione per 20 anni, abbandona il ruolo nel 1996 lasciandolo a Ezio Mauro, ma non scompare dalla testata, in quanto cura l’editoriale della Domenica, commentando i fatti salienti della settimana. Per i “repubblicani”, i suoi fidi lettori, l’appuntamento domenicale è molto importante, tanto da essere stato soprannominato “la messa cantata della Domenica”.

Ezio Mauro.
Ezio Mauro nasce il 24 Ottobre 1948 a Dronero, in provincia di Cuneo. Fa il suo ingresso nel mondo giornalistico nel 1972, collaborando con la “Gazzetta di Torino”. Nel 1981 alla “Stampa”, come inviato. È responsabile della politica interna, poi inviato dagli Stati Uniti. Nel 1988 inizia a lavorare con “Repubblica”come inviato da Mosca. Nel 1990 però torna di nuovo alla “Stampa, di cui diventerà prima condirettore, e poi nel 1992 direttore. Vi rimarrà 4 anni, fino al 1996, da quando precisamente il 6 Maggio sostituisce il fondatore Scalfari alla guida di “Repubblica”.

L’editore.
Carlo De Benedetti nasce a Torino il 14 Novembre 1934. Negli anni ’70 grazie al capitale familiare si lancia nel mondo dell’imprenditoria, diventando uno dei più importanti imprenditori italiani. Tre le aziende da lui “toccate” ricordiamo la FIAT, la Cir e Olivetti. Nel 1975 investe una modesta cifra, che doveva essere “la prima e l’ultima ” nel progetto di Eugenio Scalfari e Carlo Caracciolo, che diventò poi il quotidiano “Repubblica”. Dopo questo primo modesto investimento le strade di De Benedetti e “Repubblica” si incontrano di nuovo alla fine degli anni ’80, quando acquista la concessionaria pubblicitaria Manzoni, e successivamente nel 1989 Scalfari e Caracciolo gli vendono le loro azioni. Entra così a fare parte del gruppo Mondatori. Il gruppo sarà poi investito dalla “guerra di Segrate” e del colosso editoriale a lui resterà il controllo del gruppo Espresso (composto da “la Repubblica, l”Espresso”, 17 testate locali, 4 radio, la divisione internet con KataWeb, una rete Tv, la concessionaria pubblicitaria e alcune riviste di nicchia). Lui ha la maggioranza delle azioni, Scafari non ne possiede più, Caracciolo ne detiene un pacchetto consistente e diventa il presidente. Per qualche anno De Benedetti non è molto presente all’interno del gruppo, lascia infatti piena libertà di movimento a Scalfari. I lettori imparano a conoscerlo attraverso articoli di economia e polita internazionale, spesso ricavati da conferenze estere e lezioni di settore specifiche. Ma sebbene discreta, la sua presenza cambia comunque il gruppo e lo aiuta a crescere. Soprattutto dopo l’ingresso della CIR avvengono alcune manovre editoriali importanti, come la quotazione in borsa, kataweb e la new economy, e lo sbarco su internet con l’edizione on-line.  C’è poi il caso della successione a Scalfari. De Benedetti voleva Mauro, e la scelta si è rivelata vincente. Con lui lancia un'altra iniziativa editoriale importante, la Biblioteca della “Repubblica”, che non è solo marketing, è differenziazione del prodotto editoriale. Con questa iniziativa non si vuole allegare al giornale per aumentare le vendite, ma si vende insieme al giornale un altro prodotto editoriale. E l’editoria giornalistica diventa così a tutto campo. Dopo i libri ci sono dizionari, enciclopedie, cd-rom, guide ecc… Nel 2005 una vicenda imprenditoriale, associa il suo nome per affari a quello di Silvio Berlusconi, grande “nemico” da sempre del gruppo. È subito sconcerto. Per mettere fine alla polemica, De Benedetti rifiuta l’affare e preferisce “Repubblica” e il suo impegno editoriale. Nel 2006 subentra a Caracciolo e diventa presidente del gruppo editoriale l’”Espresso” s.p.a.

Il modello “Repubblica”.
Uno dei punti di forza, che ha siglato il successo di “Repubblica” nel panorama della carta stampata è la particolarità della sua forma. Particolarità di formato, di genere, di impaginazione e nel modo di affrontare le notizie.

Formato, genere e contenuti.
Alla nascita di “Repubblica”, la tradizione giornalistica italiana è ispirata dal modello anglosassone, un tipo di giornale che si limita a riportare le notizie, senza interpretazioni o commenti. È  il modello del giornale registratore. Scalfari crea il suo giornale contrapponendolo a questa formula. Cerca di non riportare semplicemente i fatti , ma li classifica, li ordina e li interpreta secondo una chiave di lettura personalissima che rispecchia gli interessi del lettore. Ricostruisce quotidianamente un agenda che mette in rilievo ciò che è interessante, crea il cosiddetto il “giornale agenda”. Il patto di fiducia con i lettori è importantissimo, in quanto essi si fidano dell’ordine secondo cui le notizie sono state selezionate, perché condividono un identità comune con il loro quotidiano.
Questa tematizzazione delle notizie prende in “Repubblica” una struttura a stella. Attorno alla notizia centrale, si sviluppano una serie di articoli o appendici: pezzi di sfondo, interviste, ricostruzioni degli eventi, dati, informazioni accessorie e quant’altro. Questi dossier, costituiscono il contrattacco che “Repubblica” sferza all’informazione televisiva e diventano uno dei suoi segni distintivi nel panorama della carta stampata.
Anche la struttura di “Repubblica” ha giocato un ruolo importante. Il fatto di nascere con un formato diverso dai maggiori quotidiani già esistenti ha sicuramente acceso un interesse particolare nel lettorato italiano. Il formato tabloid(circa 30 x 45 cm) - di matrice anglosassone – che “Repubblica” ha adottato, si presentava con dimensioni ridotte, più maneggevoli e comode rispetto a quelle classiche.
Lo schema d’impaginazione è a schermo, anch’esso una novità assoluta nel settore. Si è affermato in questi anni in tutti i maggiori quotidiani italiani proprio grazie all’esempio di “Repubblica”. Questo schema propone una gabbia che va oltre alla singola pagina, ma si sviluppa in orizzontale sulla doppia pagina. Le notizie si sviluppano su sei colonne, che si dispongono come a ricordare uno schermo televisivo, con un ritmo irregolare che attira lo sguardo del lettore.
Dalla prima alla sedicesima pagina il giornale lavora con il registro del “primo sfoglio”. Si presume cioè che il lettore legga per prime queste pagine che quindi sono dedicate alle tre o quattro notizie principali o temi di giornata. Finita questa sezione segue la doppia pagina di opinioni, commenti, lettere ed editoriali. Quindi le cronache, dalle più alle meno importanti. A seguire l’economia che a sua volta è divisa in due sezioni: impresa e finanza. Da qui parte la sezione soft dedicata agli spettacoli, televisione e sport. A questo punto, dove presenti, troviamo le cronache locali. In chiusura le sezioni di servizio: programmi tv, oroscopi, giochi, previsioni del tempo.
Tutta questa attenzione che la redazione ha sempre avuto fin dagli esordi nei riguardi dell’elaborazione grafica, porterà all’investimento del full color e, unico caso italiano, alla presenza dell’art director in redazione.

Supplementi e inserti.
Un obiettivo, che “Repubblica” ha saputo raggiungere nell’arco degli anni, è quello di accompagnare il suo lettore. Non solo fornendogli le notizie per lui più importanti e contestualizzandole su una scala di valori condivisi, ma inserendosi nella quotidianità e scandendola con strumenti più specifici e mirati, affiancando al quotidiano una serie di proposte: magazine specializzati, supplementi, espansioni di cronaca, libri, film, enciclopedie ecc… Nello specifico abbiamo:
·         “Affari & Finanza”, supplemento settimanale maschile dedicato al denaro. Esce il lunedì.

·         “Diario di Repubblica”, inserto di 4 pagine, in cui vengono approfonditi importanti temi analizzando una parola chiave. È un bisettimanale ed esce il Martedì e il Venerdì.

·         “Viaggi” e “Salute”, supplementi settimanali che troviamo in allegato di Giovedì.

·         Il “Venerdì”, primo storico magazine che è stato lanciato, tratta di attualità. È il supplemento del Venerdì. Nello stesso giorno troviamo anche il secondo numero del”Diario”.

·         “D-La repubblica delle donne”, supplemento settimanale prettamente femminile il Sabato. Una volta al mese insieme a “D” esce il supplemento dedicato alla casa “Dcasa”. Sempre di Sabato insieme al quotidiano c’è l’inserto “Almanacco dei libri”, 8 pagine di recensioni e classifiche.

·         “La Domenica di Repubblica”, inserto settimanale di 20 pagine, che esce ogni Domenica, dedicato ad approfondimenti di attualità. Sempre lo stesso giorno, a soli dieci centesimi esce “Metropoli”, supplemento settimanale che tratta “dell’Italia multietnica”.

·         “Xl”, megazine mensile dedicato ai giovani, “Velvet” altro magazine mensile, che tratta di glamour e moda.

·         “Album di Repubblica” e “Atlante di Repubblica”, volumi speciali di solito ad uscita annuale. 

·         Enciclopedie, film, libri, guide turistiche, corsi di lingua, ecc… 



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