20 maggio 2011

Se le modelle oversize favoriscono l'obesità...

E' questa la tesi sostenuta da due ricercatori dell'Università di Bologan, Davide Dragone e Luca Savorelli. Se il passerella sfilano modelle taglia 48 si alza  per tutte il rischio di obesità. Lo studio dei due ricercatori dell'Alma Mater - intitolato «Magrezza e obesità: un modello di consumo alimentare, preoccupazioni per la salute e pressione sociale» - è stato presentato qualche giorno fa a Londra, ed è stata subito polemica. Ripreso da colossi internet come l'Huffington Post e il New York Magazine, secondo questa tesi quindi utilizzare in passerelle modelle dalle forme generose non solo non preverrebbe dall'anoressia, ma rischia di favorire l'effetto contrario, l'obesità.
Sicuramente uno scossone per il mondo della moda, che da non più di un anno si stava impegnando a ridefinire gli standard di bellezza proposti al grande pubblico. Modelle più in carne, maggiore produzione di abiti di taglie comode e il divieto di definire «taglia forte» una salutare 46.
Controversa la tesi, controversi i pareri che si stanno sprecando su giornali di moda e non. Se il Daily Mail titolava così: «Dimenticatevi le grassocce, tenetevi le magre! dice un nuovo e controverso studio che supporta la taglia zero», opposto l'approccio di un giornale nostrano, Gioia: « Anoressiche e obese, ma la moda non c'entra!», che ci lascia con una domanda sulla quale - specialmente noi donne - dovremmo riflettere: «Ma davvero la moda può condizionare a tal punto i comportamenti delle donne?»

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